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Nuova rivalutazione beni d’impresa: 3 vantaggi per farlo oggi e pagare meno tasse

Pubblicato da ing. Fulvio Sassi in finanziamenti · 4/12/2020 18:47:24
Tags: #rivalutazionebenimpresa


C’è una grande occasione per aumentare il valore dei beni della società in virtù delle perdite che ci apprestiamo a registrare nell’esercizio in corso a causa dell’emergenza coronavirus.
Grazie alla rivalutazione dei beni d’impresa 2020, e alla novità apportata dal Decreto di agosto 2020, le imprese possono incrementare il valore dei propri beni pagando un’imposta minima e allo stesso tempo, beneficiare di vantaggi non solo fiscali.

Innanzitutto, cosa significa effettuare una rivalutazione beni d’impresa? Rivalutare un bene consiste nell’aumento del valore di componenti attivi del patrimonio (immobilizzazioni materiali e immateriali).
La rivalutazione dei beni d’impresa 2020, contenuta nel Decreto agosto, viene fatta con le stesse regole applicate negli ultimi anni. Sono oggetto di rivalutazione tutti i beni: terreni, fabbricati, impianti, macchinari, attrezzature, marchi e brevetti.
Sono esclusi gli immobili merce (cui produzione o scambio è diretta all’attività di impresa).

A differenza di prima oggi è possibile rivalutare anche un singolo bene ed effettuare anche la rivalutazione solo ai fini civilistici (non civile e fiscale obbligatoriamente).
Ad esempio, se nella tua azienda hai una categoria di beni, denominata macchine semi automatiche 2015 comprendente tre tipologie di beni o cespite puoi rivalutare solo uno, lasciando inalterato il valore degli altri.
Altra novità che rende particolarmente attrattiva la norma è l’abbattimento dell’imposta in maniera significativa. Infatti, rispetto agli anni passati, dove per la rivalutazione beni d’impresa l’imposta si attestava tra il 12 e il 16% (in base ai beni che rivalutati), oggi rivaluti, non solo il singolo bene, ma paghi solo il 3% di imposta sostitutiva
.
Se decidi di effettuare una rivalutazione fiscale su un bene e civile su un altro, ai fini dell’imposta sui redditi e Irap, il maggior valore verrà riconosciuto attraverso il pagamento di questa imposta al 3% per i beni ammortizzabili e non ammortizzabili.
Gli effetti fiscali della rivalutazione saranno visibili già dall’esercizio successivo a quello in cui la rivalutazione è eseguita.
Dunque, la differenza tra le due sta nel fatto che, la rivalutazione civilistica è completamente gratuita (una semplice scrittura in partita doppia), mentre quella fiscale comporta il pagamento di un’imposta sostitutiva.

Allora perché devo rivalutare i beni d’impresa nel 2020? I motivi sono sostanzialmente tre.
Il primo motivo
per cui oggi dovresti effettuare una rivalutazione dei beni d’impresa, visto anche l’imposta abbattuta sensibilmente, riguarda gli ammortamenti. Se rivaluti i beni ammortizzabili, hai ammortamenti più alti.
Ciò cosa significa? Significa che hai una quota di ammortamento da dedurre più alta che si traduce in minor tasse da versare in sede di dichiarazione dei redditi.
Ad esempio, nel caso tu rivaluti un bene per 2.000 euro, paghi 60 euro (3 da 20 euro da versare a giugno 2021-2022-2023) e risparmi 558 euro d’imposta (IRES 24% + IRAP 3,9%). Ai fini dell’ammortamento, su un piano di 5 anni, avresti minore imposte per 111,60 euro (558/5) nei versamenti del 2022, 2023, 2024, 2025 e 2026.

Il secondo motivo
fa riferimento ad un’eventuale rivendita del bene. Ad esempio, se dopo 4 anni vendo il bene rivalutato, si genera una plusvalenza più bassa. Di conseguenza, la tassazione sulla plusvalenza sarà obiettivamente ridotta rispetto a quella che avresti pagato senza aver rivalutato il bene.

Il terzo motivo
riguarda il valore dell’attivo patrimoniale. Ipotizzando una rivalutazione dei beni la tua azienda agli occhi delle banche risulterà più solida e con un attivo elevato il quale è molto importante per ottenere finanziamenti o attrarre investitori. Un’azienda con un attivo relativamente basso, si presenta negativamente agli occhi dei soggetti citati.









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